Il Salotto di Malcom: Matteo Schifanoia

1967

Benvenuta ironia. Benvenuto sole e un benvenuto a tutti gli scapoli di questo pianeta. Matteo Schifanoia, che ovviamente è un nome d’arte, si accomoda in questo salotto con il suo cappellino rosa vamp con tanto di glitter lucenti. Niente paura e nessuna trasgressione particolare…solo tanta sana intelligenza da vendere a suon di risate, la stessa capace di mettere a nudo chi siamo davvero. Piano piano e con fare prezioso mi sono consumato questo esordio dal titolo “Lo Scapolo”. Si parla di crisi? Ok…parliamo di crisi. Ma non di petrolio ne di politica, ne di tasse ingenti ne di raccomandazioni. Parliamo d’amore. La crisi colpisce l’amore, secondo quando sostiene il nostro cantassurdautore. In un salotto di centro provincia faccio versare un buon rum e mi siedo accoccolato ad ascoltare l’assurdo che diventa canzone. E neanche tanto assurdo alla fine…

Lo Scapolo. Allo scapolo guai a parlar di sesso…un disco autobiografico?
In parte sì, soprattutto nell’ultima parte della canzone “lo scapolo” quando dice che “fare sesso da solo diventa sempre meno appagante”.

Ironia e cinismo. Una via alternativa per sfuggire alla responsabilità che porta con se un messaggio lanciato con una canzone?
Al contrario credo che dare un messaggio usando ironia e cinismo ti pone davanti ad una grande responsabilità, soprattutto se il messaggio è importante. Bisogna usare maggiore attenzione per non urtare le varie sensibilità e non rischiare di venire fraintesi, di distrarre dal vero messaggio o di sminuire lo stesso. E poi in realtà se così fosse allora vorrebbe dire che i messaggi carichi di responsabilità li possono dare solo Papa Francesco o Renzi o Superman…non credo sia giusto

Arrivi all’esordio dopo anni di musica. Una scelta o una contingenza anch’essa figlia della crisi?
La seconda che hai detto, anni addietro non avevo capito che di produttori non ce ne sono più in giro, almeno intesi come quelli di un tempo, quindi dopo un po’ a forza di cercarli e non trovarli mi sono arreso, poi quando ormai avevo messo i remi in barca da un po’ ho incontrato Diego Radicati, dell’Urban Studio di Perugia, che ha deciso di produrmi l’album, di questi tempi, puoi immaginare, per me è stata un’apparizione quasi mistica, tipo S.Pietro sopra la traversa nella partita scapoli contro ammogliati nel primo Fantozzi.

Che poi è davvero una “Crisi Rock”…lo vediamo da più parti…perché secondo te?
Forse rispetto alle crisi precedenti che abbiamo avuto dal boom economico in avanti questa è veramente “rock” perché continua a persistere dopo tanti anni e perché è figlia del collasso del sistema economico su cui si basa la nostra società, che è quello capitalistico, collasso propiziato dalla libera mano della finanza. Bisogna ripensare l’economia e gli stili di vita se non vogliamo rimanere infelici e frustrati a vita, la speranza è che questo non solo avvenga ma avvenga pure velocemente.

Restiamo sul tema: cantautori che sparano a zero sulla crisi…giudicare è più facile che proporre soluzioni? Perchè non esistono canzoni con proposte di soluzioni contro la crisi?
Io non credo che con una canzone si giudica, semplicemente si fotografa un momento, in questo caso un momento storico visto che parliamo della crisi attuale. Ci sono tantissimi professionisti lautamente pagati per proporre soluzioni contro la crisi quindi lascerei a loro questo compito, e poi non credo che la canzone sia il luogo o mezzo più adatto per questo scopo, intendo dire che trovare una soluzione è qualcosa di complicato che spesso implica centinaia e centinaia di pagine di studi, analisi, ricerche, proposte, come possiamo pretendere di farlo in una o più canzoni? Si può lanciare una soluzione a slogan, questo si può fare, tipo “consuma di meno, lavora di meno, vivi di più” ma poi concretamente come lo si raggiunge questo obiettivo? La canzone serve ad altro, non a trovare soluzioni, insomma come si suol dire: ognuno il suo mestiere.

Jazz…swing…mood latini e qualche sapore vagamente italiano. Di tutto un po’. La vera personalità di Matteo Schifanoia?
La sintesi.

Sintetico. La sintesi. E la sintesi di tutto non è certo il brano “Santa la Bella Stella Stanca” che lo proietta invece nel girone dei cantautori romanticamente impegnati. La sintesi è il video di lancio de “Lo Scapolo”. Al Salotto di Malcom si ragiona sull’amore…