Il Salotto di Malcom: Daniele Faraotti

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Questa volta, cari amici di Malcom, mi metto comodo in poltrona che ho l’impressione che dalle parole del nostro ospite ci siano tutti i presupposti per un viaggio intergalattico tra la follia e la genialità, tra le tante radici di stile alle mille curiosità che alla fine dei conti basta solo poterle mettere assieme. Forse la leggerezza è la chiave di tutto. Daniele Faraotti e il suo “English Aphasia”, di un anno vecchio, ma che solo in questo tempo così fermo esce in vinile 33 giri e con un nuovo video in rete. E noi ve li mostreremo entrambi… e questo suono aphasico come il suo grammelot, questo inglese dunque sonoro e non lirico, questa composizione rock molto figlio di collage d’arte, visionario e psichedelico, disturbante e persuasivo. C’è tanto da raccogliere da una simile semina…

Un nuovo video o sbaglio?

Effettivamente un nuovo video c’è – non era previsto. Un regalo di Andrea Recchia. Andrea è un regista – attualmente gira per festival presentando “ Ascoltati “, il suo nuovo film. Ha già vinto diversi premi tra cui due premi come miglior colonna sonora. Ha voluto “Telephone Line” – mi pare l’abbia utilizzata nei titoli di testa . Mi ha regalato questo video montando scene tratte dal film e alcune clip girate ex novo nello mio studio. Complessivamente il video è un po’ triste, del resto l’argomento del film non è dei più allegri. A caval donato non si guarda in bocca. Collaboreremo ancora con Andrea, per una cosa
un po’ più…vabbè , delle idee in cantiere è meglio non parlare.

E qui ho l’impressione che si cerchi un poco la metafora tra i rapporti umani… cosa ne dici?
Si, credo di si – la trama del film, ha come elemento centrale, la dipartita della madre del protagonista. Nell’etere , anche attraverso la tecnologia , il protagonista cerca tracce e voci di sua madre . Perennemente collegato con l’aldilà prova a captare qualcosa nell’aldiqua. “Telephone Line” al regista è sembrata molto calzante alla trama; solo in virtù del titolo. Immagino o forse in virtù dell’eventuale potere evocativo che della musica è prerogativa, perché come sai, il testo di quasi tutte le canzoni di E. A. non è inglese ma uno sdeniz
cangiu in said furi.

“English Aphasia” festeggia alla grande un anno. Un vinile… da un professionista di lungo corso come te direi che il vinile non poteva mancare… vero?
Siiii! Il vinile che meraviglia. Ha accompagnato la mia vita più o meno fino ai 30anni . Soppiantato dal cd, ha ripreso a seguirmi in tempi recenti. Lo volevo. Quanti ricordi – che momenti – l’ascolto colto nella sua ritualità.

Quanto conta la follia e quanto la matematica? Insomma quanto conta la progettazione e quanto l’ispirazione per Daniele Faraotti?
Nel corso degli anni ho affinato tecniche – tecniche per indurmi all’abbandono. La volontà nel mio caso, con la musica, non può niente. La volontà serve per promuovere l’album .La follia ? Mah, non saprei – per un fan di Cremonini sicuramente Zappa è un folle, mentre per altri fans, Zappa è un musicista originale, prolifico e un po’ fuori dagli schemi. Per fortuna.
Tutto relativo – come al solito, dipende dal punto di vista. Progettazione si – in parte – ma non per la musica. Per la copertina del disco si, per gli argomenti da trattare nei testi anche – vabbè a parte “English Aphasia” . L’ispirazione è la voglia di mettere le mani in pasta – c’è sempre – mi accompagna. Fondamentale però è avere le antenne ritte – talvolta la stanchezza ha le sue inquietudini di fantasia, ma , in generale, le cose sgorgano meglio quando le rotture di scatole attenuano un po’ la morsa.

Acido lisergico degli anni ’70. Anzi, qualcosa viene anche da prima. Ma dal futuro, questo disco, ha preso qualcosa?
Di Leary ho letto “ Fuga “ e di Huxley “ le porte della percezione” – due lavori importanti. Burroughs l’ho sempre un po’ trascurato – forse perché il suo nome era in giro più degli altri. La visione di Cronenberg del pasto nudo però mi ha molto colpito. Il futuro non saprei. Non si può prendere dal futuro, ci si può proiettare nel futuro forse – forse si scrive per il futuro, anche nel senso della longevità che provi ad imprimere alle cose che vai facendo. Ci sono opere che mostrano possibilità futuribili. Da bambino
ascoltavo “I’m the Walrus” come una canzone molto moderna e molto proiettata verso il futuro. Guardo ancora a certe musiche, come musiche cariche di possibilità e di futuro; anche se hanno compiuto 50, 60 , 100anni , talvolta anche di più. Un madrigale di Gesualdo ? Così lontano, come un futuro antico.

Ho letto alcune interviste in rete e fai sempre tanti riferimenti alla musica classica. Cosa devi al mondo classico?
Si, verso i sedici anni più o meno, in coincidenza con l’inizio degli studi in conservatorio, sono partito alla scoperta della vastità di questo mondo – non potevo esimermi. Ho fatto cose discutibili – ad esempio, ho venduto la mia collezione di vinili rock, per acquistare vinili di opere di compositori come Beethoven, Stravinsky, Mahler ed altri. All’inizio ho dovuto forzarmi un po’ – non sentivo niente – ho dovuto educarmi. Devo molto a quel mondo – l’ho riletto tutto attraverso il rock – vabbè, detta così sembra una boutade anche un po’ ridicola – rock nel senso di quella musica che accade tra il 1960 e il 1975/77 – principalmente in quel lasso di tempo, ma anche oltre. Come non annoverare Radiohead o Jeff Buckley ad esempio in questo fondamentale concetto. Ho avuto modo di dirlo anche in altre interviste, il secondo tempo del quartetto op. 135 di Beethoven ( Vivace ) lo ascoltavo come fosse un pezzo dei Gentle Giant scritto nel 1825. Ecco, a proposito di futuro. In effetti Ludovico non ne faceva mistero: io scrivo per i musicisti del futuro; e Mahler: il mio tempo verrà. Quando si dice la consapevolezza. Per gli Experience Excentrique vado elaborando e trascrivendo opere del passato cariche di futuro e di rock. Speriamo di mettere tutto su vinile prima o poi.

E dunque dalla rete pesco il primo grande video: “I Got a Blues”, forse tutto quel che c’è da vedere e da sentire – a guisa di sintesi violenta – dietro il bellissimo lavoro di un chitarrista ed un autore come Daniele Faraotti.